Nel lontano luglio del 2010 scrissi nel mio diario una personale riflessione al fine, chissà, di dare un senso diverso, più positivo e più poetico alla vita.
Ho pensato di condividere con voi queste pagine:
Spesso mi trovo a
fantasticare su come potrei essere se non fossi “prigioniero” di una sedia a
rotelle. Pensarci non mi rende triste, anzi, mi diverte. Fisicamente mi vedo abbastanza
muscoloso (non troppo ovviamente, rischierei di essere ridicolo a eccedere)
perché credo che frequenterei la palestra. Non fraintendermi, solo quanto basta
per avere una certa tonicità.
Caratterialmente
invece, credo che sarei un gran bel testa di cazzo: se con tutte le difficoltà
sono riuscito ad ottenere quello che ho, pensa a dove potrei arrivare se avessi
già la strada spianata. A casa ci sarei molto poco, farei tardi la sera con gli
amici (magari in motorino) e credo che non avrei molti problemi con le ragazze
perché avrei uno di quei caratteri impossibili. Si, insomma: il classico “bello
e impossibile”. Bello forse no ma impossibile sicuramente. Esagererei in tutto,
arrivando anche a farmi del male e questo lo so perché anche in “questa vita”,
quando sono giù di morale, sento proprio l’istinto di prendere una qualsiasi
bevanda alcolica cercando, ingenuamente forse, di dimenticare tutto o, per lo
meno, il dolore che in quel momento sento dentro di me che, per la maggior
parte dei casi, è nel mio cuore. Non credo che arriverei a drogarmi, ovvio, ma
oltre all’alcol a volte sento l’istinto di spaccare la faccia a chi non
sopporto. È una specie di reazione violenta che a volte, ammetto, sento. Eppure,
nella mia condizione fisica, non posso far altro che limitarmi ai “farei” o
appellarmi all’immaginazione o a mali pensieri tipo: “ringrazia Dio che non
posso alzarmi perché se per caso mi alzo giuro che ti ammazzo!”.
È tutto molto strano
perché questo tipo di esclamazioni non mi appartiene o comunque non combaciano
col mio carattere.
Dio, la volontà di
alzarsi, la negazione del mio stato fisico, la voglia di darle di santa
ragione, mi chiedo: potrebbe esistere un collegamento tra questi elementi?
Potrebbe esistere un solo elemento capace di unirli e dar loro un senso?
Esiste una credenza
(non so se sia religiosa o meno) che dice che è esistite, per ognuno di noi,
una vita passata ed esisterà una vita futura. Ebbene, grazie a questo credo ho
potuto fantasticare su una mia probabile vita passata per dare un senso più
bello, più poetico e più “personalmente logico” a quella attuale.
In effetti,
pensandoci, ho come la strana e inspiegabile sensazione che nella mia vita
passata ottenevo tutto senza troppa difficoltà, tuttavia non ne apprezzavo il
valore. Così, qualcosa o qualcuno lassù, prima di rimettere la mia anima in un nuovo
corpo, mi disse:
“hai appena terminato una vita piena di successi e soddisfazioni ma non hai
mai apprezzato nulla perché ottenevi tutto con troppa facilità. Non hai capito cos’è
la fatica, la delusione, cos’è il dolore e non sai che sapore ha il gusto di
veder crollare d’innanzi a te quel sogno che ti spingeva a lottare perché non
ne hai mai sentito il bisogno. In questa nuova vita non ti mancheranno i successi
ma per ottenerli dovrai lottare e, soprattutto, dovrai pagare con le tue
energie. Ti sarà difficile ottenere anche le cose più banali, nulla ti sarà
regalato e attraverso l’impegno apprezzerai molto di più quel poco che
riuscirai a conquistare. Aprirai gli occhi e sarai felice di capire che inizia
un nuovo giorno e che il vento è la carezza più dolce che qualsiasi mano potrà
farti. Pareggiabile, forse, solo a quella fatta da una ragazza. Vivrai
intensamente e quando andrai a dormire, sarai soddisfatto perché prima di
chiudere gli occhi, sarai fiero di costatare che hai vissuto come se fosse
stato l’ultimo giorno. Se riuscirai ad apprezzare questi piccoli momenti e
avrai sempre la forza di sorridere nonostante le mille difficoltà che
incontrerai per la vita futura che ho previsto per te, io in cambio, ti darò la
realizzazione dei tuoi sogni e il successo musicale che tanto desideri. Ma
questa volta non potrai usare la strafottenza cui hai fatto spesso affidamento
nella vita che hai appena terminato, avrai molte persone accanto a te che, nel
bene o nel male, crederanno in te. Sarai uno dei pochi disabili che arriverà in
alto caro mio, ma mi raccomando: quando la tua buona stella inizierà finalmente
a brillare non dimenticarti chi sei e cerca di spiegare, a chi non può capire,
cosa significa avere un handicap, così che tutti potranno comprendere che gli
andicappati non mordono mica. Parla dell’ottusità di certa gente e ricorda loro
che i veri problemi sono altri. Tuttavia, sarebbero risolvibili se invece di
piangersi addosso facessero realmente qualcosa, magari sporcandosi le mani. In
ultimo, usa il potere della forza volontà, che otterrai col crescere e
maturare, per azioni di cui andrai fiero”.
Ed eccomi qui: come se
fosse stato un sogno, come se fosse stato un flash, come se tutto ciò che ho
scritto non fosse mai esistito, eppure, così nitido nella mia mente al punto da
convincermi che qualcosa di vero c’è. Non so se sto facendo tutto per il verso
giusto, d’altronde sono umano e gli sbagli, per quanto si cerchi costantemente
di evitarli, hanno il pregio di farci crescere. So per certo che tutto quello
che ho, l’ho sudato e continuerò a lottare per me e per chi è come me.
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